Sono un ladro di luce
La presunzione di un pittore è quella di riuscire a riprodurre gli infiniti colori della natura, attraverso una tavolozza di soli cinquanta.
Il rosa soffuso, il vellutato azzurro, il sanguigno rosso. I colori scorrono nelle mie tele, poiché le luci e le situazioni cambiano continuamente in armonia con i miei stati d’animo.
Le mie opere hanno un prepotente desiderio di rivelarsi, di prendere vita, di cercare la complicità di chi le osserva, nell’assaporare la passione che le ha generate.
Esse narrano di un mondo dipinto che può inventare ogni volta le proprie regole.
Nei miei quadri il seme dello straordinario fiorisce e la creazione è un gesto di grande urgenza e impazienza, come un fuoco scaturito all’orizzonte più lontano della tela, possa far pulsare di vita i soggetti, e arpeggi di luce divampano negli sguardi dei personaggi, animali o uomini e riportarli alla vita.
Il meglio di me è stato liberarmi della forma, osare nei colori e dipingere l’anima.
Tutto questo per me è sfida, tormento, illuminazione, pace assoluta, sublime magia.